CORSO DI FOTOGRAFIA
Lezione 18 La Composizione
18.LA COMPOSIZIONE
L’INQUADRATURA
La composizione è essenzialmente la capacità di ordinare elementi grafici e fotografici all’interno dell’inquadratura. E’ un processo istintivo o ragionato e può essere facilitato dalla conoscenza di alcuni metodi e tecniche.
Per inquadratura si intende la porzione di spazio “inquadrata” , ripresa, dall’obiettivo della nostra fotocamera. L’atto di inquadrare ci permette di delimitare con precisione lo spazio che sarà ripreso e di decidere cosa escludere dalla nostra immagine. La parte esclusa di spazio viene detto fuori campo.
ASPECT RATIO E RITAGLIO
L’inquadratura si può costruire direttamente al momento dello scatto o si può scattare già pensando di poterla modificare successivamente in post produzione.
In base all’aspetto che noi vogliamo dare alla nostra fotografia possiamo effettuare diverse inquadrature o possiamo decidere di cambiare aspetto della fotografia dandogli un taglio particolare in post produzione. Inoltre possiamo decidere se scattare in verticale o orizzontale. La logica ci dice che soggetti che si sviluppano in altezza vanno fotografati tenendo l’inquadratura in verticale, viceversa soggetti che si sviluppano in larghezza vanno fotografati in orizzontale.
Una persona in piedi o un ritratto hanno una giusta inquadratura se ripresi in verticale. Un gruppo di persone un ponte o un paesaggio vanno bene in orizzontale. Ma come tutte le regole nulla toglie che potete ignorarle e scattare un ritratto in orizzontale ed un paesaggio in verticale.
I tagli seguono le caratteristiche di quelli che sono i rapporti tra i lati (aspect Ratio) più usati o le necessità di impaginazione se stiamo pensando di realizzare un fotolibro. Dunque avremo un taglio panoramico (5:1), un taglio quadrato, un taglio normale con rapporto 3:2, o 4:3 e così via in base al nostro gusto e alle nostre necessità. Non abbiamo limitazioni alla forma che noi vogliamo dare al nostro scatto se non il nostro gusto e le nostre necessità pratiche.
LA TEORIA DELLA GESTALT
Per capire molti concetti che tratteremo in questa lezione dobbiamo obbligatoriamente citare alcune leggi sulla percezione come le leggi e i principi della teoria della Gestalt. Questa teoria si riferisce a concetti psicologici di interpretazione e di riconoscimento visivo basati sul valore dell’intuizione.
- LEGGE DELLA VICINANZA. Gli elementi vengono raggruppati dalla nostra mente in base alla loro vicinanza. Nell’immagine possiamo distinguere due quadrati, che in realtà non esistono.
- LEGGE DELLA SOMIGLIANZA. Si tende a raggruppare gli elementi che presentano qualche somiglianza di forma o contenuto. Il cervello identifica due gruppi (pallini chiari e scuri) e li divide in righe.
- LEGGE DELLA CHIUSURA. Gli elementi accostati approssimativamente sono percepiti come un immagine chiusa.
- LEGGE DELLA SEMPLICITA’. La mente tende alle interpretazioni visive più semplici. Predilige linee curve e figure semplici che creano simmetria ed equillibrio. Nell’esempio legge immediatamente la parola “logo”, mentre si tratta solo di cerchi e curve accostate.
- LEGGE DEL DESTINO COMUNE. Si presume che gli oggetti raggruppati si muovano insieme e si comportino come un unico oggetto. Gli oggetti appaiono come un gruppo in primo piano (le linee verticali) e uno in secondo piano (la diagonale)
- LEGGE DELLA CONTINUITA’ DI DIREZIONE. La mente tende a continuare ed unire le linee e le forme al di là dei limiti e delle interruzioni. Nell’immagine vi sono 4 segmenti ma noi ne percepiamo due continui.
- LEGGE DELLA SEGREGAZIONE FIGURA/SFONDO. Una figura per essere percepita deve emergere dallo sfondo.
BILANCIAMENTI E PESI
Una fotografia crea maggiore interesse in proporzione allo sforzo necessario all’osservatore per leggerla e comprenderne il suo significato, per questo che le tecniche di composizione tendono a rendere la realtà più interessante di una semplice fotografia ottenuta con il punta e scatta. Una di queste tecniche si rifà al concetto di bilanciamento che si riferisce all’annullarsi della tensione tra forze opposte che si compensano creando equilibrio e armonia.
Per una legge fondamentale della percezione visiva l’occhio tende a bilanciare ogni forza con una forza contraria. Accontentare tale tendenza significa creare armonia ed equilibrio. Dobbiamo considerare l’immagine come una bilancia con un equilibrio rispetto ad un punto. Se aggiungiamo qualcosa da un lato della bilancia, l’immagine risulterà sbilanciata e dovremmo correggerla aggiungendo qualcosa dall’altro lato. L’equilibrio è sensibile alla distribuzione dei colori, alla posizione dei soggetti, alle diagonali che creano movimento, al contenuto, e lo scopo in tutti questi casi è sempre quello di trovare “il centro di gravità visivo”.
Dunque possiamo creare due tipi di bilanciamenti uno statico ed uno dinamico. Il primo si ottiene posizionando la forza in modo centrale, quindi il soggetto è posto al centro o, ci sono più soggetti posizionati ad equale distanza dal punto di equilibrio.
Nell’equilibrio dinamico le forze ed i pesi dell’immagine sono posti in maniera diseguale rendendo l’immagine più animata e dinamica.
Per capire meglio il concetto prendiamo in esame una vera e propria bilancia, due pesi uguali alla stessa distanza stanno in equilibrio. Due oggetti diversi uno grande ed uno piccolo stanno in equilibrio spostando il piccolo a maggiore distanza dal fulcro.
Dunque possiamo creare immagini simmetriche o eccentriche. Nella prima abbiamo un’equilibrio perfetto e la simmetria deve essere precisissima, non c’è niente di peggio di un ‘immagine che tende a essere simmetrica senza riuscirci.
Nel secondo caso si cerca di creare un bilanciamento dinamico, ma sarebbe sbagliato pensare di doverlo servire su un piatto d’argento all’osservatore, perchè in assenza di equilibrio l’occhio tende a crearlo da sè (leggi della Gestalt) e questo rende più interessante lo scatto. La regola dei terzi sfrutta proprio questo concetto, rende l’immagine squilibrata per aumentarne l’interesse.
LA REGOLA DEI TERZI E LA POSIZIONE DEL SOGGETTO
Una delle regole base della composizione che vi troverete ad applicare sempre, è quella della regola dei terzi. Questa semplice regola aiuta ad avere delle immagini più interessanti, meno banali e prevedibili, creando una dinamicità interna allo scatto. Basta dividere l’inquadratura in tre parti uguali in altezza e in larghezza e posizionare il soggetto principale in uno dei punti d’incrocio delle linee divisorie. La regola si applica sia a foto orizzontali che verticali.
Questa regola funziona bene perché lo sguardo anche in presenza di un riquadro rettangolare semivuoto attiva degli effetti visivi. I nostri occhi reagiscono all’oggetto guardato esaminandolo a partire dal centro verso l’alto a sinistra, per poi scendere e tornare verso destra in maniera circolare. Intanto la visione periferica registra la presenza degli angoli. Questo non è l’unico modo che il nostro sguardo ha di reagire ad un’immagine, dato che viene anche influenzato dai colori, dal chiaro scuro e da altri elementi grafici e fotografici, ma è una delle reazioni più comuni e se sovrapponete lo schema della regola dei terzi, vedrete che incrocia spesso i punti messi in risalto. Questo è uno dei motivi che rende i terzi una delle regole più efficaci di composizione per rendere l’immagine dinamica e meno banale.
LA SEZIONE AUREA
La composizione consiste nell’ordinare elementi nel riquadro. La regola dei terzi deriva direttamente da un altro metodo di suddivisione dello spazio in modo armonioso, cioè dalla famosa sezione aurea o proporzione divina. La regola dei terzi è una semplificazione del concetto matematico della sezione aurea e della serie di Fibonacci.
La sezione aurea è una proporzione che come molti sapranno, è possibile ritrovare dappertutto in natura, tra le piante e gli animali, nell’universo nei minerali e in molte opere umane. Essa permette una composizione molto più equilibrata e “naturale”. E’ bene conoscerla e tenerla a mente ed una volta memorizzata verrà spontaneo riproporla nei propri scatti. Dunque tieni a mente la griglia, il triangolo e la spirale aurea stampali e tienili sempre a portata di mano per memorizzarli bene.
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EFFETTO ORTON
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