CORSO DI FOTOGRAFIA
Lezione 11 L’Esposizione
11. L’Esposizione
Con il termine esposizione indichiamo la misurazione e la raccolta del fascio luminoso, ed il tempo che la pellicola resta esposta alla luce.
Tramite l’esposizione andiamo a stabilire quale luce cogliere della scena e quanto sarà luminosa la nostra immagine.
Esporre correttamente significa che la foto non sia ne troppo luminosa ne troppo buia. Nel caso la foto sia troppo luminosa, e quindi non si riescano a vedere alcuni dettagli si dice “sovraesposta”, al contrario se è troppo buia e non si riesce a vedere gran parte della scena si dice “sottoesposta”. L’esposizione si misura in stop EV (Exposure Value), uno STOP è l’intervallo del valore di esposizione.
La giusta Esposizione si ottiene impostando
- LA SENSIBILITA’ ISO DEL SENSORE
- IL TEMPO DI SCATTO DELL’OTTURATORE
- L’APERTURA DEL DIAFRAMMA
Se lavoriamo in studio con luci artificiali o flash possiamo anche impostare l’intensità della fonte luminosa.
Queste tre variabili determinano la quantità di luce necessaria per ottenere una fotografia esposta correttamente e danno vita al TRIANGOLO DELL’ESPOSIZIONE. Esse sono strettamente connesse e non si può modificare una di queste tre variabili, senza modificarne almeno un’altra.
Vediamo cosa sono il diaframma, il tempo di scatto e il valore di sensibilità ISO.
- Il Diaframma regola la dimensione del foro interno all’obiettivo che lascia passare la luce. Si indica con la lettera f che rappresenta il rapporto tra la lunghezza focale e il diametro del foro del diaframma. Un foro maggiore lascia passare più luce e la sua apertura massima è espressa dal numero f più basso (es f1,4). Regolando il diaframma si influenza anche il tempo e gli ISO. Un diaframma molto chiuso ha bisogno di tempi più lunghi e viceversa. Il diaframma si regola tramite una ghiera sul corpo macchina o tramite una ghiera manuale sull’obiettivo. I corpi macchina di fascia alta hanno la possibilità di impostare un programma detto di priorità di diaframma, con il quale noi impostiamo l’apertura del diaframma e la macchina calcola il resto dei fattori che concorrono all’esposizione, cioè il tempo e la sensibilità ISO.
- Il Tempo di scatto regola (tramite l’otturatore, che aziona le tendine) per quanti secondi la tendina resta aperta ed il sensore resta esposto alla luce. Viene indicato con dei numeri e delle frazioni o con delle “ (virgolette) fino al secondo, poi con il simbolo dei secondi ‘ o con un numero senza frazione. Più il tempo sarà breve più vi sarà bisogno di ISO alti o di un diaframma aperto. Si regola tramite una ghiera sul corpo macchina. Tramite il tempo possiamo decidere se congelare il movimento dei soggetti o enfatizzare il movimento dando un forte senso artistico al nostro scatto. Come per il diaframma vi è un programma di priorità dove possiamo impostare il tempo lasciando il resto delle scelte alla macchina.
- La sensibilità del sensore alla luce, si indica in ISO. Valori alti indicano una sensibilità maggiore e vengono usati in caso ci sia poca luce. Valori bassi una sensibilità minore. Dunque a ISO bassi sarà necessario un diaframma molto aperto o un tempo molto lungo. A ISO alti un diaframma chiuso e tempi brevi. Gli ISO si regolano tramite un tasto o attraverso una voce di menu. Vi è un programma automatico per la sensibilità del sensore. La sensibilità incide sulla qualità dell’immagine dato che oltre certi valori (iso superiori a 3200) l’immagine comincia ad essere sgranata ed aumenta in modo considerevole il rumore digitale, che a volte rende l’immagine inutilizzabile.
Tutti e tre si misurano in STOP, uno STOP è l’intervallo del valore di esposizione. Ad ogni stop si ha il doppio o la metà di luminosità. Ottenuta la giusta esposizione per cambiare l’effetto desiderato si possono effettuare delle equivalenze. Se aumentate di uno stop il diaframma (lo aprite, impostate un f minore) aumenterete di uno stop il tempo o diminuirete di uno stop gli iso, e così via, senza modificare l’esposizione.
L’esposizione si misura sulla luce incidente o riflessa. Consiste nel leggere l’intensità del fascio luminoso su un punto di grigio medio o su una tonalità media che si riesce a trovare sulla scena. La luce incidente è quella che colpisce il soggetto, quella riflessa è quella che viene riflessa dal soggetto.
E’ buona regola esporre per le luci, cioè misurare il fascio nelle zone in luce. Si ha una buona esposizione quando l’indicatore dell’esposimetro interno alla macchina è sullo “0” o a metà scala. Non dimentichiamo che possiamo comunque agire anche sulla luce, soprattutto se lavoriamo in studio con luci artificiali o se utilizziamo dei riflettenti o dei Flash.
L’ISTOGRAMMA
Si ha una buona esposizione quando l’indicatore dell’esposimetro interno alla macchina è sullo “0” o a metà scala, azionando le ghiere del tempo del diaframma o gli iso l’indicatore sulla barra dell’esposizione si muove a destra o sinistra indicando verso il meno che la foto è sottoesposta e verso il più che la foto è sovraesposta. Le tacche piccole indicano 1/2 o 1/3 di Stop, le tacche grandi indicano uno stop. Quindi in questa posizione indica uno stop di sovraesposizione ed in quest’altra uno stop di sottoesposizione. Noi dobbiamo cercare di trovare un equilibrio tra i tre elementi del triangolo dell’esposizione che lascino l’indicatore nel mezzo.
Se la nostra foto è esposta in maniera corretta lo possiamo leggere non solo nella barra dell’esposizione ma anche attraverso l’istogramma. L’ISTOGRAMMA è una rappresentazione grafica dell’esposizione dove troviamo a sinistra 0 fotoni, dunque il nero, e a destra 255 fotoni quindi il bianco. E’ basato su una profondità colore di 8 bit, quindi 256 livelli di grigio (da 0 a 255). Dunque all’estrema sinistra abbiamo un immagine sottoesposta con le ombre chiuse, e a destra abbiamo un’ immagine sovraesposta, con le luci bruciate si suol dire.
Se abbiamo ombre chiuse e luci bruciate queste non si possono recuperare con i software perché effettivamente in quelle zone non c’è informazione visiva, c’è il nero ed il bianco. Dunque l’immagine di centro destra è quella più ricca di informazioni ed è lì che dovrà essere concentrata la gran parte delle curve dell’istogramma, questo significa esporre per le luci. In inglese questa tecnica è tradotta con il termine ETTR (exposing to the right) cioè esporre a destra, appunto esporre per le luci e consiste nell’ aumentare l’esposizione di 1 o 2 stop per permetterci di spostare la curva dell’istogramma a destra. Con questa tecnica abbiamo due benefici sull’immagine;
- Primo si ottiene un file migliore per il fotoritocco che contiene più informazioni, permettendoci in post produzione di aprire le ombre;
- Secondo riusciamo a diminuire il rumore digitale sulle nostre immagini, avendo file più puliti anche a ISO elevati.
Questa tecnica va usata con attenzione perché in sensori poco performanti è facile che si ottengano sovraesponendo di 1 o 2 stop delle luci bruciate. Dunque è bene conoscere bene la gamma dinamica della propria fotocamera. A questo possiamo aggiungere che l’esposizione può essere settata in maniera fine aggiungendo non solo uno stop alla volta ma anche un mezzo stop o un terzo di stop a seconda di come impostiamo i settaggi nel menù.
LA GAMMA DINAMICA
La Gamma Dinamica del sensore (O LATITUDINE DI POSA per la pellicola) della nostra fotocamera è la quantità di informazioni visive che il sensore riesce a registrare tra il bianco ed il nero. Si misura in stop EV (Exposure Value).
Dunque partendo da un’esposizione ideale è la quantità di stop che riusciamo ad avere tra il bianco (sovraesposizione) ed il nero (sottoesposizione) che ancora permettono di vedere particolari dell’immagine.
Conoscere bene la gamma dinamica del nostro sensore è fondamentale per riuscire a scattare in tutte quelle situazioni difficili, di alto contrasto o di illuminazione scarsa riuscendo ad ottenere delle informazioni anche nelle zone buie o sovraesposte e poter esporre correttamente per le luci.
L’istogramma è di vari tipi ed indica la luminosità, i colori, l’RGB. Dunque guardando solo l’istogramma possiamo già sapere tutto della nostra immagine e conoscerlo bene e saperlo leggere è fondamentale per un fotografo digitale.
CORSO DI FOTOGRAFIA
PANASONIC LUMIX S5II
PANASONIC LUMIX
NIKON Z7II
NIKON Z7II
EFFETTO ORTON
EFFETTO ORTON
NIKON Z9
NIKON Z9
NIKON Z6II
NIKON Z6II
WORKSHOP CORSI D’ACQUA
FOTOGRAFARE I CORSI D'ACQUA PARCO DEL CILENTO