La Profondità’ di Campo

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CORSO DI FOTOGRAFIA

Lezione 15 La profondita’ di Campo

15. LA PROFONDITA’ DI CAMPO

PROFONDITA DI CAMPO E PIANO DI MESSA A FUOCO

La profondità di campo (PDC) di una fotografia è tutto lo spazio che il nostro occhio percepisce come nitido. La nitidezza ed una corretta messa a fuoco è un requisito essenziale per qualsiasi fotografia. Quando l’occhio umano guarda lo spazio circostante si ha una visione uniforme, il livello di nitidezza è sempre lo stesso. Solo quando guardiamo qualcosa da vicino gli oggetti lontani appariranno sfocati e viceversa. La fotocamera funziona allo stesso modo, al momento di scattare blocca la messa a fuoco su un punto, così che tutti gli oggetti posizionati su quel piano risulteranno a fuoco mentre tutto ciò che è davanti o dietro, risulterà progressivamente sfocato. Avvicinandosi agli oggetti diminuirà la PDC e allontanandosi aumentare la Pdc.

Dunque come funziona la messa a fuoco e la profondità di campo.

Innanzitutto come già abbiamo detto l’immagine si crea sul piano focale, che è il piano perpendicolare all’asse ottico dove convergono i raggi luminosi dando vita ad un’immagine perfettamente a fuoco.

Tutto ciò che si trova sul piano a fuoco, chiamato piano di messa a fuoco critica, apparirà perfettamente a fuoco tutto ciò che si trova prima o dopo tale piano risulterà progressivamente sfocato e indistinguibile. Esiste un solo piano di reale messa a fuoco che è il piano di messa a fuoco critica, tutto ciò che è appena davanti e subito dietro il soggetto appare comunque a fuoco. Perchè? 

Perché oltre al piano abbiamo un area che appare a fuoco di 1/3 avanti al piano di messa a fuoco e di 2/3 dietro. Quest’area di nitidezza è detta PROFONDITA’ DI CAMPO e più precisamente è lo spazio nitido avanti e dietro al piano di messa a fuoco critica. Ancora più semplicemente la profondità di campo è lo spazio che noi percepiamo come nitido in una fotografia ma in realtà è solo un apparenza.

Perchè l’occhio distingue delle zone come nitide e altre come sfocate?

Questo succede perché, quando si mette a fuoco un punto, questo punto sul sensore o sulla pellicola, ha la forma di un minuscolo cerchietto. Il nostro occhio ha una capacità limitata di discernere i dettagli e tende a trasformare in punti anche piccoli cerchi che abbiano una circonferenza inferiore a un certo valore denominato “circolo o cerchio di confusione”. Il cerchio di confusione dunque è il cerchio più piccolo che l’occhio riesce a distinguere ad una determinata distanza. 

Storicamente il circolo di confusione aveva un diametro di 0,2 mm per stampe osservate da una distanza di 25 cm, ma con lo sviluppo degli obiettivi a lunga focale e i sempre maggiori ingrandimenti delle foto, lo si considera ora compreso tra 0,20 o 0,33 mm. 

Un punto immagine catturato sul piano focale, quando la messa a fuoco è corretta sarà rappresentato nitidamente come un punto. A mano a mano che si sposta la messa a fuoco in avanti o indietro, il punto immagine aumenterà la sua dimensione sempre di più, formando e allargando il cosiddetto circolo di confusione che lo rappresenta.

Se il diametro di tale circolo è uguale o inferiore al circolo di confusione (non supera dunque gli 0,20 o 0,33 mm) avremo comunque l’impressione di vedere un punto, dunque ci sembrerà a fuoco. Se invece è più grande apparirà sfocato,  più sarà grande e più sarà sfocato fino a diventare indistinguibile. 

Il nostro occhio vedrà quindi come puntiforme qualsiasi cerchietto che abbia un diametro inferiore al cerchio di confusione, creando l’effetto della profondità di campo, che nonostante sia solo apparenza, è molto convincente.

La profondità di campo è molto importante perché oltre a darci fotografie nitide è uno dei mezzi più usati per donare un aspetto artistico alle nostre fotografie. Noi possiamo controllare il livello di PDC della nostra foto tramite alcuni parametri come:

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CORSO DI FOTOGRAFIA

2019-08-13T16:07:27+01:00

Chi è Fabrizio Conte

Fabrizio Conte nasce nella millenaria città di Roma nel Gennaio del 1979. E’ un professionista delle immagini digitali, video e fotografiche. Tramite le sue produzioni crea campagne di digital marketing e social media marketing su misura per ogni tipo di azienda o prodotto. Si cimenta in vari generi fotografici, indirizzati sia alle aziende che ai clienti privati. Organizza su tutto il territorio nazionale, corsi e seminari di fotografia. Gestisce vari canali web dove tratta di tutorial e recensioni su software della casa Adobe e materiale foto/video. 

La sua formazione professionale parte dall’Università La Sapienza di Roma, per proseguire con l’attestato di direttore della fotografia (DOP) e Montatore all’Accademia del cinema di Bologna e si completa con tutta una serie di corsi e workshop tenuti da professionisti di fama internazionale quali S. Bartocha, M. Santoni ed altri. Nell’arco della sua carriera ha collaborato con personaggi del calibro di Guido Fiandra presso i teatri di Modena e Bologna, ma anche con il nastro d’argento Mauro Marchetti e con il montatore Paolo Vanghetti. I suoi scatti sono stati i protagonisti del calendario ENI 2009 distribuito dal periodico “Bell’italia”. Nel 2006 è stato selezionato ed ha partecipato alla mostra collettiva internazionale “i Giovani ed il Futuro” esposta a Matera. Nel 2007 ha esposto presso il museo di Potenza un suo scatto legato al progetto “l’Arte in rete” proposto dal GAI. Nel corso degli anni successivi ha partecipato a diverse produzioni come Direttore della fotografia e regista per cortometraggi e videoclip musicali. Oggi ha ampliato la sua formazione diventando un esperto nell’uso di programmi di fotoritocco (Photoshop, Lightroom) e di programmi di editing (AfterEffects, Premier, Final Cut). Al suo fianco vi sono diversi altri professionisti freelance che lo supportano in tutta una serie di campi specifici quali digital marketing, grafica 3D, web design, editing, storytelling ed altro, per offrire ai propri clienti un servizio a 360° che non lasci nulla al caso.

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